TONI MILANO IL GUERRIERO NUOVO ACQUISTO DELL' ATLETICA

Ho conosciuto Toni in dicembre: mi aveva chiesto amicizia su Facebook e avendo sentito parlare di lui come aspirante nostro atleta nell'ultimo Consiglio Direttivo ho accettato subito. E' un ragazzo molto loquace ed espansivo, per cui abbiamo iniziato a scriverci e a parlarci spesso. La sua passione per lo sport è immensa, il suo impegno è totale: sicuramente sarà per noi un valore aggiunto averlo tra i nostri atleti.

AMC- Dove e quando sei nato?

TONI- Sono nato il 29 luglio 1981 in Svizzera Tedesca, ma vivo in Ticino da molti anni; sono italiano e orgoglioso di esserlo. Sono grato alla Svizzera per tutto quello che mi ha offerto e mi offre, ma il mio cuore è italiano.

AMC- I tuoi genitori sono emigrati in Svizzera per lavoro immagino: da quale regione provenivano? Hai fratelli o sorelle?

TONI- I miei sono originari della Campania; ogni tanto ci torno per visitare i luoghi, ma laggiù non ho più nessuno. Ho una sorella maggiore di me, in Svizzera, ma da molto tempo i legami familiari si sono allentati per varie vicissitudini. Mi sono creato una mia famiglia con gli amici che mi seguono e mi vogliono bene.

AMC- Tu sei stato un ciclista professionista: a che età hai iniziato?

TONI- Si può quasi dire che avevo la bici già pronta in sala parto! A sei anni ho disputato la prima gara ufficiale e già allora si è visto che avevo delle qualità, oltre ad una grande passione e determinazione. Ho corso più di 17 anni scalando tutte le categorie, entrando anche nella Nazionale italiana, fino a diventare professionista. Nel frattempo ho studiato tanto, perché sapevo che prima o poi la carriera sarebbe finita, ma volevo aprirmi nuove strade sempre nel mondo dello sport come preparatore: trasmettere il proprio sapere e le proprie esperienze ai giovani per me è importantissimo. Inoltre sono curioso di carattere, mi piace sapere tutto ciò che riguarda la mia passione, quindi ho studiato la meccanica della bici, la fisiologia del gesto sportivo, l'alimentazione...

AMC- Quando hai avvertito i primi sintomi della malattia?

TONI- Già da ragazzino, verso gli 11/12 anni, avvertivo che c'era qualcosa in me che non andava, avevo sintomi subdoli, difficili da decifrare e inquadrare in una diagnosi: a volte un dolore al polpaccio, oppure all'addome... I medici non mi prendevano sul serio, ma io conoscevo bene il mio corpo. Crescendo, maturando e studiando, riuscivo a capire se gli “esperti” mi dicevano cose giuste o meno; questo mio modo di pensare e agire mi ha creato qualche difficoltà con le persone (penso in particolare agli allenatori), ma il tempo mi ha sempre dato ragione.

AMC- Quando si è arrivati alla diagnosi corretta?

TONI- Nel 2003, grazie alla mia testardaggine, alla mia convinzione decisa di dover indagare a fondo, sono giunto alla diagnosi definitiva, trovata dall'Università di Milano: ho una distrofia muscolare dei cingoli, una malattia genetica rara e degenerativa, quindi presente dalla nascita. Mi è caduto un macigno addosso: i medici mi hanno prospettato un certo numero di anni di vita, mi hanno consigliato l'interruzione dell'attività sportiva, lasciandomi capire che da lì in poi sarebbe stato un lento spegnermi. La botta è stata forte: mi sono preso un anno sabbatico per capire cosa fare, come affrontare tutto questo. Inoltre ero solo, solissimo; tante persone si sono allontanate come avessi la peste.

Ho cercato di fare chiarezza dentro di me; in quel momento il ciclismo, che avevo tanto amato, mi provocava repulsione. Non mi sono mai lasciato andare in cose stupide, come bere o fare una vita sregolata. Poi ho deciso di riprendere in mano la mia vita: se ero stato così attento da scoprire da solo che avevo una malattia seria, così determinato da arrivare ad una diagnosi, sarei stato anche in grado di capire quando fosse arrivato il punto di fermarmi. Ma nel frattempo volevo una vita attiva, non solo dignitosa. Visto che la guarigione è da escludere, ho iniziato a lavorare sui sintomi: cura dell'alimentazione, allenamenti mirati, fisioterapia. Sono tornato a correre per altri sei anni, sono tornato a vincere e divertirmi, a firmare contratti e ad avere sponsor. Mi sono creato uno staff che era, ed è, una famiglia. Ho iniziato ad essere da esempio per gli altri: con il mio ottimismo e la mia tenacia incoraggio altri a intraprendere un nuovo percorso di vita anche tramite lo sport.

AMC- Quando hai detto addio al ciclismo?

TONI- Nel 2011 circa ho smesso di gareggiare, mi sono accorto che pedalare non mi divertiva più, che era giunta l'ora X: mi sono spento piano piano, non camminavo più, non riuscivo più a muovermi bene. Nel 2012 le condizioni erano così peggiorate che ero allettato, avevo problemi respiratori e problemi alla vescica, avevo perso la funzionalità delle gambe; pensavo fosse giunto il mio momento. E' stato il momento in cui mi sono sentito più solo.

Poi grazie all'equipe dei medici e dei fisioterapisti e grazie alla mia forza di volontà, nel giro di un paio di anni sono riuscito a tornare in carrozzina e ad avere una vita dignitosa. Ma io non mi sono accontentato di questo risultato già quasi miracoloso e ho cominciato a lavorare sul mio fisico scientificamente per raggiungere un maggiore benessere e un grado di autonomia ottimale. I medici erano stupiti dal mio recupero: “hai stravolto completamente le carte, dovremo rivedere le linee terapeutiche non solo per te, ma per tutti quelli che presentano malattie simili”. Pensa che sono passato dall'assumere 15 medicinali al giorno a dismetterli completamente, grazie ad un regime alimentare studiato attentamente.

AMC- Da quando sei tornato allo sport?

TONI- Da cinque anni sto bene e da un paio di anni ho ricominciato a praticare sport. Dal ciclismo tutti pensavano che sarei passato all'handbike, ma non mi trovavo con la posizione e volevo qualcosa di più insolito e che coinvolgesse più fasce muscolari. Così mi sono innamorato della carrozzina da atletica, che ho provato per la prima volta a Nottwil, nella clinica riabilitativa. Mi piace la tipologia di allenamento, i materiali simili a quelli del ciclismo, la preparazione mentale e fisica necessaria. Da un anno e mezzo ho la licenza da atleta, mi sono rimesso in gioco per imparare tutto di questo nuovo sport e per vedere dove posso arrivare.

AMC- Come sei venuto in contatto con la Polha?

TONI- Mi sono prefisso un obiettivo: partecipare alle Paralimpiadi di Parigi con la maglia dell'Italia. Nel ciclismo ho partecipato ad ogni tipo di gara, su strada e in pista, nazionali e internazionali, tranne alle Olimpiadi. Ora voglio rappresentare l'Italia. Se nel mondo del ciclismo conoscevo tutto l'ambiente, nel mondo della disabilità conosco poco, per cui ho chiesto lumi al gruppo sportivo svizzero degli Insuperabili: loro mi hanno indirizzato alla Polha, come società seria e con solide basi. Così ho contattato Daniela, poi di recente ho visitato la sede, ed è stato per me amore a prima vista. Daniela mi ha subito letto tra le righe e ha creduto in me; mi ha dato la responsabilità di portare avanti il progetto. Ora io ho bisogno dello stimolo di tutti voi, perché da soli non si va da nessuna parte. Non vedo l'ora di conoscere i dirigenti, i tecnici, i compagni di squadra e tutti i soci possibili: desidero far parte a tutti gli effetti di questa grande famiglia.

Credo molto nel lavoro in sinergia, io del resto ho già uno staff che mi segue da tempo: Ars Medica Centro dello Sport, Orthotec e Insuperabili. Ora anche Polha!

Sono pronto ad impegnarmi a livello di promozione e sensibilizzazione. Tra l'altro sostengo Telethon Svizzera per aiutare chi ha bisogno come e più di me.

AMC- Oggi è domenica, ma tu mi hai detto che appena ci lasciamo corri ad allenarti: non hai mai una giornata di riposo?

TONI- No, l'ozio è bandito dal mio vocabolario. Ogni mattina mi alzo verso le 4,30/5,00 e inizio il mio programma salutare di fisioterapia; faccio colazione, porto fuori la mia cagnolina di 14 anni e svolgo qualche lavoro amministrativo (gestione di email, sponsor, etc). Poi sempre di mattina allenamento in pista. In pomeriggio invece preparazione atletica in palestra, poi seduta fisioterapica con massaggi ed altro. Cena, recupero attivo, qualche lavoro al computer e poi a letto alle 22. Per altri sono sacrifici, ma a me non pesa anche se le giornate sono piene.

AMC- Ma con questi ritmi riesci ad avere una vita privata?

TONI- Il tempo per gli amici si trova. Sono un padre single: ho due figli, Mirco di 12 anni e Sandra che ne compie 7 proprio oggi.

AMC- Tanti auguri alla tua bimba allora! E tanti auguri a te di realizzare il tuo sogno; benvenuto in Polha!

REDATTRICE 
POLHARIS - POLHA-VARESE Associazione Polisportiva Disabili 
Anna Marina Carriero